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The Boogeyman 🍿 commento

Premetto che sono andata a vederlo solo perché sul poster c’era scritto che era tratto da un libro di Stephen King! E infatti… Non è un horror da quattro soldi, niente di simile a Halloween o tutti questi horror moderni che servono più che altro a fare scena. Mi sono ritrovata davanti a un film un po’ più introspettivo e curato, anche se manca un po’ di originalità, siamo sempre lì. Però mi è piaciuto, mi è piaciuta anche la musica e la regia, le riprese e come è stato presentato il film. Dunque niente di spettacolare ma abbastanza intenso. Fa paura? È difficile aver paura al cinema, ma la potenza di Stephen King è quella di farti avere paura dopo. Tu guardi il film o leggi il libro e ti senti bene, poi quando ti ritrovi da solo al buio di notte allora magari dici “però…”. 

Il film è molto lento, ma non nel senso che va lento e quindi è noioso. Si prende le giuste pause, quindi non è spettacolare neanche per questo, ma così i momenti salienti riescono ad essere tali e anche molto intensi. Tutti sanno cos’è l’uomo nero, ma ovviamente ormai non si dice più, anche in Italia sembra che dobbiamo Boogeyman, anche se non fa tanta scena. È la modernità.

Le protagoniste principali sono due giovani attrici, una più brava dell’altra, e che hanno la maggior parte del tempo sulla scena. L’uomo nero ovviamente è legato all’infanzia e quindi, come spesso capita nelle storie di Stephen King, i protagonisti sono giovani. Infatti, abbiamo un’adolescente e la sua sorella minore e sono state entrambe bravissime. Non hanno avuto niente da invidiare agli attori più grandi. Anche questo mi è piaciuto. La più piccola poi (Vivien Lyra Blair) aveva già recitato nella serie di Star Wars “Obi-Wan Kenobi” e già mi era sembrata molto professionale, nonostante sia giovanissima.

Per quanto riguarda la scenografia, anche quella è stata molto ben fatta. Ovviamente l’uomo nero non deve essere una presenza costante nelle scene, ma fa paura per il suo rivelarsi e non rivelarsi, per il suo celarsi nell’oscurità. Sono stati bravi a creare anche la tensione, perché l’horror secondo me non è quello che ti fa vedere un mostro che ti fa paura, ma quello che ti dà la sensazione di paura in agguato, di presenza che c’è, non c’è e che sta per arrivare da un angolo nero. E quindi, questo film è riuscito anche ad essere in grado di farti trovare in tensione, non mostrarti proprio il mostro davanti, ma farti venire una sorta di angoscia (sempre nei limiti cinematografici) con la bravura anche di generare ombre contrapposte alla luce e dunque generando la paura di ritrovarsi nell’oscurità. Quando si mostra l’uomo nero, lo fa in modo cruento, ma la sua potenza è data più dalle scene in cui non si vede, ma si sa che c’è.

Un plauso va fatto al fatto che non ci sono animali morti! Un grande squallido cliché degli horror è sempre quello di vedere il cattivo di turno che fa fuori l’animale domestico del protagonista e finalmente questo horror va oltre questa consuetudine. Un film libero da violenza su animali, gratuita, ingiustificata e insopportabile. Grazie!

Come negli horror che si rispettino, c’è il gioco delle porte che ha fatto la sua scena, la sua figura. Porta che si apre, che si chiude, chi sta dietro la porta e chi la chiude, chi l’apre, luci che si vedono da sotto, paura di aprirla, necessità di chiuderla, rumori che vengono da dietro la porta. Porte che si spalancano e che si chiudono per lasciare fuori le proprie paure. 

Non c’è altro da dire. Il film ha una storia molto semplice, ma io trovo che anche questa sia la sua potenza. Scorre, dice quello che deve dire, lo fa in modo artistico, oscuro e accattivante e poi ti lascia da solo con i tuoi mostri. 

Mi aspettavo molto peggio, ormai gli horror al cinema non mi attirano più, ma questo è stato ottimo. Stephen King non si smentisce mai.

Boogeyman
Boogeyman al Cinema Strop 🍿 sala 6️⃣