Haus of Hermio

nur unnütze Dinge

La promessa di F. Dürrenmatt – Un crimine credibile 

Ho preso un libro a caso e ho avuto la fortuna di trovarlo straordinario. Avevo già letto altri tre libri di questo autore (Minotauro, La Panne, La Morte della Pizia) e, dato che non tutti mi erano piaciuti allo stesso modo, non sapevo cosa aspettarmi. Tuttavia, ho scoperto che questo libro mi ha soddisfatto più di tutti gli altri tre, permettendomi di comprendere che Dürrenmatt è un grande autore.

Leggendo Wikipedia a proposito di questo titolo, scopro che Dürrenmatt ha lavorato alla sceneggiatura del film del 1958 “Il mostro di Mägendorf”. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il film viene prima del libro perché lui e il regista avevano collaborato per creare un film educativo che insegnasse alla popolazione l’importanza della protezione dei bambini. Da questa collaborazione è nata una storia di crimine di un certo tipo. Tuttavia, insoddisfatto del modo in cui si sviluppava la trama, l’autore ha rielaborato il tutto nel romanzo che ha pubblicato lo stesso anno.

Nel libro, l’autore magistralmente presenta un racconto in prima persona di uno scrittore di romanzi polizieschi. Questo scrittore si ritrova a dialogare con un ex poliziotto in pensione che, per gran parte del libro, discute con lui di un caso che, secondo lui, dimostra come tutti gli scrittori di romanzi gialli tendono a edulcorare la realtà, a renderla accettabile, a dipingere i poliziotti come eroi che trovano sempre una soluzione, quando in realtà le cose sono molto diverse. Questa prospettiva è molto convincente, poiché il discorso ha senso.

Inoltre, mi ha fatto pensare all’inizio di “La Panne”, dove l’autore esprime la sua critica verso gli scrittori moderni che sentono troppo il bisogno di esibire se stessi nei loro libri. Questi due libri sono i miei preferiti tra i suoi, e questo ancor di più. Con solo 150 pagine, l’autore riesce a strutturare una storia complessa in modo fluido e coinvolgente, tanto che è difficile smettere di leggerla.

I personaggi sono realistici e l’ambientazione poliziesca degli anni ’50 è impeccabile e consente di immaginare con chiarezza ogni scena. Da poche battute, si può comprendere la psicologia di ogni personaggio. La storia è originale e avvincente.

Da questo libro ne è stato tratto un film nel 2001, intitolato “La promessa”. Essendo un film americano, l’ambientazione cambia: non più l’Austria, ma l’America. Purtroppo, non sono riuscita a vederlo perché è impossibile da trovare qui (assurdo che certi film siano così scomparsi in Italia).

Questo autore non smette mai di stupirmi e sono felice di averlo scoperto. Come si suol dire, non è mai troppo tardi.

Infine, una considerazione sulla versione italiana del libro del 1975 che ho trovato in biblioteca, che ha aumentato il mio piacere di lettura. Forse la traduzione è già stata aggiornata, ma è stata una gradita sorpresa trovare, in questa, l’uso di termini come ‘benzinaro’ invece di ‘benzinaio’. Riguardo alla terminologia, ho apprezzato anche la franchezza di questo autore nel descrivere situazioni controcorrente, sia nella trama sia nel modo in cui è raccontata, come ad esempio quando tutti i poliziotti si accaniscono contro una bambina. La credibilità e l’umanità dei personaggi li rende sempre più reali.

Citazioni: 

Regnava sempre un disordine spaventoso in quella stanza, non voglio negarlo; libri e pratiche ammucchiati alla rinfusa, per principio si capisce, perché sono dell’opinione che in questo Stato cosí ordinato ciascuno ha il dovere di crearsi delle piccole isole di disordine, sia pure di nascosto.

Pagina 39 

Non dimentichi che si tratta di un pri-mitivo, e gli uomini di questo tipo, sia quando l’im-becillità è innata che quando è soltanto acquisita per malattia, non hanno alcun controllo sui loro istinti. La capacità di resistenza che possono opporre ai propri impulsi è anormalmente scarsa, basta maledettamente poco, un ricambio materiale un po’ alterato, qualche cellula degenerata, e l’uomo è una bestia.

Pagina 89 

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