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nur unnütze Dinge

Addio Spotify 

Ho iniziato ad ascoltare la musica nel 1990, quando mi è stato regalato il mio primo walkman. Questo mi ha introdotto al mondo della musica su cassetta. Poi, sono passata ai CD e, nonostante alla fine degli anni ’90 non esistessero ancora servizi di streaming come Spotify, trovare musica non era un problema, nemmeno in una città piccola come la mia, grazie ai cataloghi musicali. Spotify, quindi, non ci ha risolto il problema della scarsità di musica.

Con l’evoluzione del tempo, sono passata dai CD all’iPod, quel geniale dispositivo che ti permetteva di caricare la tua musica preferita dal tuo computer e averla a disposizione in modo comodo e futuristico. 

Non c’è bisogno che racconti tutte le fasi dell’evoluzione musicale, ma va detto che ad un certo punto è arrivato Spotify, che sembrava la soluzione ideale: avevi a disposizione un vasto catalogo di musica a fronte di un abbonamento. Ho utilizzato Spotify per diversi anni, forse troppi, e infine ho capito, grazie a un ragionamento che ho fatto riguardo Audible, che non valeva la pena continuare.

Perché menziono Audible? Mi piace ascoltare audiolibri e, dato che leggo anche libri e fumetti, più di uno o due audiolibri al mese non riesco ad ascoltare, quindi Audible non ha senso per me. Paghi (quasi) 10 € al mese quando un audiolibro può costarti molto meno. Audible ti promette un catalogo illimitato, ma cosa succede quando smetti di pagare l’abbonamento? Non hai più nulla. Se invece acquisti un audiolibro, rimane tuo per sempre e puoi ascoltarlo senza bisogno di abbonamenti.

Lo stesso ragionamento vale per Spotify. Non ho bisogno di ascoltare una grande varietà di musica diversa. Ho i miei artisti preferiti e, quindi, non ha senso continuare a pagare ogni mese per un servizio che alla fine non mi lascia nulla di tangibile. Inoltre, con l’introduzione dei podcast, Spotify è diventato sempre più caotico. I podcast mi venivano suggeriti anche se non li ascoltavo mai. Non c’è modo di eliminarli e continuavano a invadere la mia home. Le canzoni suggerite erano spesso di bassa qualità e la musica che mi piaceva sembrava essere sommersa in un mare di immondizia. Evidentemente, Spotify sta cercando di adattarsi alle tendenze del web, dove le persone sembrano affascinate dai podcast e li preferiscono alla musica.

Quindi, ho deciso di dire addio a Spotify e di tornare alla mia vecchia libreria su iTunes, non Apple Music. Acquistando anche solo un album al mese, posso ricostruire gradualmente una libreria musicale di qualità. Tornare ai CD sarebbe impossibile e scomodo per me, dato che lavoro con un iPad e non ho un lettore CD. Ritornare indietro nel tempo non è un’opzione. Mi dispiace solo non aver preso questa decisione prima. Spotify non mi serve. Preferisco avere un approccio vintage utilizzando i nuovi mezzi e pagare per un poco che mi resta invece che per un tutto che poi scompare diventando un bel niente.

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